Quando si incrociano la squadra che ha iniziato in anticipo la preparazione e quella che è partita per ultima, non può che finire con la vittoria della prima. Però, se la sconfitta arriva di misura, e per giunta su rigore, non c’è da farne un dramma. Il Bitonto cede alla Fidelis Andria per 0-1, ma sfodera una prestazione tutta cuore e fierezza sul prato mestamente spelacchiato del Città degli Ulivi.
Mister Nicola Ragno – con tre big acciaccati in panca: Colella, Taurino, Genchi – propone il muro Sirri dinanzi al portierino volante Figliola, si affida alla regia ruvida ed equidistante di Capece, Pepe cuce linea mediana e attacco, dove Lattanzio si sbatte gladiatorio e Piarulli punge instancabile. Il collega Gigi Panarelli sistema la sua corazzata con l’esterno destro basso Lacassia, bitontino doc, l’ex Bolognese e Manzo menano le danze nel mezzo, Prinari svaria inafferrabile dietro Minacori e Tusiano. Dopo il minuto di silenzio in ricordo commosso del giovane arbitro barbaramente ucciso a Lecce, schermaglie di studio, con i padroni di casa che azzannano gli avversari, dando fondo a tutte le energie. Al decimo, corner di Pepe e tuffo di Anatrella ad allontanare. Al minuto 23, dialogo vertiginoso fra Pepe e Lattanzio, esterno sinistro di Piarulli largo.
A tre dalla mezza, slalomeggia inebriante Prinari sulla sinistra, cross radente e il vespigno Zingaro in scivolata sfiora soltanto. Al 35esimo l’episodio che spacca il match: cross da destra del 7 biancazzurro, Sirri miete Tusiano in area: rigore. Dal dischetto, Prinari fredda Figliola, spiazzandolo. Dopo l’intervallo, i leoncelli provano a ruggire, mentre gli andriesi quasi rinculano timorosi. Due giri di lancetta, omelette della difesa neroverde e botta dell’ex Bolognese, Figliola si distende felino sulla sinistra e respinge. Poco dopo il quarto d’ora, Tusiano da posizione favorevole calcia maldestro a forare le nuvole. Al minuto 27, mancino esplosivo di Tusiano e traversa frantumata.
L’orgoglio neroverde infiamma all’improvviso la gara: al 28′, punizione affilata dalla tre quarti di sinistra, rimbalzo ingannevole in area piccola e Anatrella alza in angolo. Sei minuti dopo, piazzato calibrato di Pepe e spaccata di Sirri, sfera che rotola beffardamente sul fondo. Ad un sospiro dal triplice fischio del signor Marchioni di Rieti, palla vagante in area, Lattanzio lavora il cuoio e mette dentro, l’estremo ospite blocca senza patemi e mette in cassaforte i tre punti.