Il tap-in di Genchi ad inizio ripresa illude gli ospiti, i giovani Amoabeng e De Cristofaro ribaltano incredibilmente il risultato nonostante l’inferiorità numerica
“Alla base del tabù c’è una corrente positiva di desiderio. Perché non c’è bisogno di proibire ciò che nessuno desidera fare, e comunque ciò che è proibito nella maniera più energica deve essere oggetto di un desiderio”. Questo affermava sua maestà Sigmund Freud, più di cento anni fa, pensando a tutto fuorché al Calcio…
Ne sono passati un po’ meno di anni, precisamente 71, dall’ultima volta che il Bitonto è uscito vincitore da una pugna pallonara in terra ofantina e, stavolta, possiamo dire che ha prevalso il furente desiderio dei cerignolani di non essere sconfitti dagli atavici contendenti (a quanto pare sia fuori sia dentro il rettangolo verde) sull’ormai storico “desiderio” dei neroverdi di sfatare il tabù gialloblu. Rima tanto baciata quanto amara…
Eppure, al 40° del secondo tempo, il sortilegio pareva dissolto. Invece no: in appena dieci minuti, di cui sei già oltre il fatidico novantesimo, il neoentrato diciannovenne Amoabeng e il ventenne De Cristofaro risvegliano brutalmente i bitontini dai loro sogni d’alta classifica. Conclusioni: trasferta in quel di Cerignola ancora una volta “proibitiva” per il Bitonto, grazie alla difesa a dir poco “energica” di un fortino, da parte del suo padrone con le sembianze di una Cicogna battagliera, che non voleva nemmeno sentir parlare di una possibile caduta nelle mani nemiche.
La cronaca.
Bitonto ancora una volta schierato con quel 3-5-2 che finora ha dato a mister Nicola Ragno le garanzie e gli equilibri faticosamente inseguiti tra fine settembre e inizio ottobre. Tuttavia, rispetto alla casalinga vittoria al cardiopalmo di domenica scorsa, contro il Portici, l’allenatore molfettese apporta tre importanti “ritocchi”, fra scelte forzate (infortuni/forma fisica precaria) e turnazione mirata in vista del nodale turno infrasettimanale pre-natalizio di Sorrento, puntando in partenza su: Figliola in porta, ancora terzetto difensivo over composto da Petta, Sirri e Colella; Triarico e il classe 2002Passaro sulle fasce, Capece in cabina di regia con gli under Piarulli e Caruso ai suoi fianchi. In attacco, Genchi e il rientrante dal primo minuto Lattanzio, ovviamente con la sua fascia da capitano ben salda al braccio. In panchina, anche l’ultimo arrivato in casa neroverde, nonché enfant du pays, Loris Palazzo.
Sulla panchina dei gialloblu locali, Antonio La Porta sostituisce lo squalificato tecnico sanseverese Michele Pazienza, ex calciatore (tra le altre) di Juventus, Napoli, Udinese e Bologna.
Gli undici titolari dell’Audace Cerignola, disposti anche loro con un 3-5-2 speculare a quello degli avversari: Chironi, Silletti, capitan Allegrini, Acampora, Scuderi, De Cristofaro, Conti, Muscatiello, Russo, Malcore, Verde.
Prime battute di match piacevoli, giocate già su buoni ritmi e, soprattutto, caratterizzate da toni agonistici notevoli. Come ampiamente preventivabile…
8’: Silletti in acrobazia sventa a centro area un insidioso cross dalla destra di Triarico indirizzato verso Genchi. Angolo battuto dallo stesso Triarico – tra gli ospiti più attivi fin da subito – che si spegne direttamente sulla vicina rete esterna della porta difesa da Chironi.
Al ventesimo minuto, ammonito il difensore Acampora per un duro intervento quasi a centrocampo su Genchi. Un minuto dopo, giallo anche per un ruvido Colella e primo serio brivido sulla schiena dei bitontini: diagonale del 2002 Scuderi che lambisce il palo alla destra di Figliola proteso in tuffo basso. A parte uno Scuderi sugli scudi (nomen omen quasi perfetto), nessuna occasione degna di nota fino al 32’, minuto in cui bomber Malcore “schiaccia” sulla barriera una punizione battuta da posizione molto molto invitante.
33’: seconda ammonizione per Acampora in proiezione offensiva, causa corner a favore, che ostacola palesemente una ripartenza neroverde e lascia anzitempo i suoi in dieci. Un episodio che avrebbe potuto condizionare in maniera irreversibile le sorti della partita e che, invece, momentaneo vantaggio bitontino a parte, darà ai padroni di casa una spinta d’orgoglio, di carattere e di motivazioni davvero eccezionale. La mossa tattica anti-espulsione: Cerignola ridisegnato da La Porta con l’interessante under Russo abbassato sulla linea difensiva a tre ed il dinamico, duttile Muscatiello spostato da interno a esterno di sinistra, per un 3-4-2 di teorica sofferenza per i locali, dati i tanti minuti in divenire da affrontare in inferiorità numerica. Per di più al cospetto di un Bitonto voglioso di tornare a casa con la posta piena e mettere dunque nel mirino i piani altissimi della classifica.
39’: ammonito anche Sirri per un fallo quasi al limite dell’area su Malcore. Piazzato calciato male dal numero 10 Conti con sfera altissima sulla traversa.
Si chiude qui un primo tempo senza tiri nello specchio da entrambi i fronti, dai ritmi di gioco comunque sostenuti, spigoloso e teso come da copione.
La ripresa si apre con un’occasionissima sprecata dall’attaccante campano del Cerignola, Verde, lanciato dopo pochi secondi a tu per tu con Figliola, seppur in posizione leggermente defilata sulla destra, e maldestro nella conclusione di esterno collo che non inquadra di parecchio lo specchio della porta avversaria. Gol sbagliato-gol subito: una legge non scritta sempre viva nel mondo del calcio. Passa un istante, infatti, ed i leoncelli sbloccano il risultato.
1’ 25’’: cross di Triarico dalla sua corsia preferenziale, quella di destra, e Genchi sul secondo palo (in un remake quasi identico rispetto al punto personale realizzato contro il Portici) gonfia di testa la rete alle spalle di Chironi, in volo miracoloso verso l’incrocio sul primo tentativo ravvicinato del centravanti barese, ma che nulla può sul tap-in del 9 bitontino lesto ad anticipare anche il compagno di squadra Piarulli lì in agguato.
Quasi all’ottavo minuto, Genchi spreca clamorosamente il bis dal sapore di match point anticipato: sempre su assistenza puntuale del solito pirata della fascia destra, Triarico, il più facile degli appoggi in rete di piatto, nonostante il tranciante parecchio teso e veloce del n.7 neroverde, si trasforma in un beffardo palo-fuori che sa tanto di nero presagio…
20’: dentro l’attesissimo Palazzo, al suo secondo esordio in carriera con la maglia del Leoncello, fuori Lattanzio. Fascia nuovamente sul braccio di Capece, sette giorni dopo il “battesimo del capitano” ricevuto contro il Portici, tra le mura amiche del “Città degli Ulivi”.
28’: cambio conservativo per Nicola Ragno. Dentro Montinaro per Genchi e passaggio al 3-5-1-1, con Palazzo da solo in avanti e proprio il neoentrato centrocampista salentino alle sue spalle nelle vesti di trequartista.
Il Bitonto pensa più a difendere il prezioso risultato che ad infliggere il colpo di grazia al “nemico” ferito in inferiorità numerica, in vista del suo predicibile assalto finale all’arma bianca e così, con il passare dei minuti, la scacchiera di mister Ragno perde metri in campo, vede arretrare il proprio baricentro e, con il doppio cambio del 38’ (out Caruso-Triarico in Di Cecco-Di Modugno), sembra essere schierata con un 5-3-1-1 troppo remissivo.
Nel frattempo, grande spavento per i neroverdi al 37’: Verde si fa murare da un grande Figliola in versione kamikaze e Tedesco ribadisce in rete; entrambi soli soletti davanti al portierone di Palese, ma entrambi segnalati in fuorigioco dall’assistente di competenza, che ci mette un po’ a sollevare l’emblematica bandierina.
41’: pareggio Amoabeng, di testa, su angolo battuto sul secondo palo dalla destra, rispetto al fronte difensivo del Bitonto. L’incornata del n.14 gialloblu, entrato cinque minuti prima, incoccia sul palo sinistro della porta difesa da Figliola e termina la sua lenta corsa alle spalle dell’estremo difensore ospite, immobile e circondato da una caterva di sagome, amiche e non.
Al sesto dei sei minuti di recupero assegnati dal sig. Moretti di Valdarno, l’impensabile 2 a 1 che spedisce al settimo cielo la Cicogna e in gabbia il Leoncello: discesa devastante sulla sinistra di Leonetti, ex neroverde sì, ma del Corato, palla quasi sul dischetto di rigore per l’accorrente De Cristofaro che impallina una difesa troppo leggera e larga, per il momento in corso, e un Figliola impotente dinanzi ad un piattone destro che si trasformerà in men che non si dica nella più classica delle esecuzioni letali.
L’apoteosi cerignolana coincide con la depressione calcistica totale dei bitontini, costretti ora a cancellare velocissimamente una delusione comunque difficile da dimenticare, ma che dovrà essere quantomeno trasformata in rabbia agonistica e fuoco ardente in ottica Sorrento, dove li attende la capolista del girone. Sarà polvere o altare? Fra appena tre giorni l’ardua sentenza…
8^ GIORNATA CAMPIONATO SERIE D – GIRONE H
AUDACE CERIGNOLA – BITONTO 2 – 1
Reti: 1’ st Genchi, 41’ st Amoabeng, 51’ st De Cristofaro
AUDACE CERIGNOLA: Chironi, Silletti, Russo (36’ st Achik), De Cristofaro, Acampora, Allegrini (C), Scuderi, Muscatiello (36’ st Amoabeng), Malcore (9’ st Tedesco), Conti (39’ st Leonetti), Verde (39’ st Amabile).
A disp.: Tricarico, Syku, Barrasso, Colucci. All. La Porta (Pazienza squalificato)
BITONTO: Figliola, Passaro, Colella (51’ st Pepe), Caruso (38’ st Di Cecco), Petta, Sirri, Triarico (38’ st Di Modugno), Capece, Genchi (30’ st Montinaro), Piarulli, Lattanzio (C) (20’ st Palazzo).
A disp.: Zinfollino, Milani, Zaccaria, Mariani. All. Ragno
Arbitro: Moretti (Valdarno). Assistenti: De Capua (Nola) e Mainella (Lanciano).
Ammoniti: De Cristofaro (AC), Colella, Sirri, Triarico, Passaro, Piarulli (B).
Espulso: Acampora per doppia ammonizione al 33’ pt.
Note: minuti di recupero 1’ pt – 6’ st.