Se si escludono le sconfitte contro Lavello, Picerno e Puteolana, il Bitonto della gestione Loseto ha dato in più di un’occasione la sensazione di alzare il suo livello prestazionale, o quantomeno l’asticella psicofisica delle performance dei protagonisti in campo, proprio nei momenti più delicati, quando i punti in palio iniziavano a non essere più tanti o in precisa concomitanza dei big match d’alta quota.
Ricordiamo, a tal proposito, le vittorie con clean sheet contro Taranto e Casarano, quella tutta cuore e carattere contro il Cerignola, i pareggi in trasferta contro Fidelis Andria, Nardò e Molfetta (vero, quest’ultimo dopo il doppio vantaggio al “Poli”, ma con un 3-3 finale agguantato da veri leoni ben oltre il novantesimo e con una dozzina di indisponibili in elenco…).
Le recenti, decisive partite della volata playoff, prima della folle ed irripetibile partita contro il Fasano, hanno detto questo: battute bene Aversa e Casarano, pareggio subendo un solo vero tiro nello specchio a Nardò e sconfitta interna di misura contro il Gravina con il portiere De Lucia pressoché inoperoso per novanta minuti. La fase offensiva sviluppata e i gol totali realizzati, nelle ultime cinque uscite della stagione regolare, non sono stati un problema, anzi: due reti rifilate in casa all’Aversa e tre a domicilio alle Serpi salentine, una al Nardò, addirittura cinque al Fasano e zero, ma con tante situazioni pericolose e conclusioni create, nello stregato incrocio con i gravinesi allenati dall’ex De Candia.
E i gol al passivo? Passino Bitonto-Aversa (rigore di Messina) e Casarano-Bitonto (difesa impeccabile e una sola autentica prodezza di De Lucia), hanno fanno sicuramente tanto riflettere e “arrabbiare” le due beffarde capocciate beccate contro Nardò e Gravina, per la passività della fase difensiva su palle inattive, e i quattro spaventosi schiaffi presi dagli indomiti fasanesi protagonisti tre giorni fa al “Città degli Ulivi” di una gara tanto sorprendente quanto encomiabile, per impegno, qualità e sportività.
Ad Andria, oggi pomeriggio, servirà una delle versioni migliori del Bitonto di Valeriano Loseto. Lapalissiano. Certe amnesie difensive o il poco cinismo palesato in più di una trasferta quest’anno, quando c’era da infliggere il colpo del K.O. all’avversario barcollante, non sarebbero perdonati da una squadra, quella quadratissima plasmata da Gigi Panarelli, che può vantare nettamente la miglior difesa del girone H, con appena diciotto reti subite, ed un curricolo casalingo di tutto rispetto: dieci vittorie, sei pareggi e una sola sconfitta rimediata, pensate un po’, il 18 ottobre scorso (Picerno corsaro 2-1).
I Bitonto visti a Casarano e Nardò fanno però ben sperare, così come rappresenta un positivo precedente la prestazione in Campionato dei neroverdi al “Degli Ulivi”, il 21 febbraio, quando si passò in vantaggio e si ben figurò sino al pareggio di Figliolia. Alla terza partita utile consecutiva – in otto giorni – della neonata gestione Loseto nonché al sesto impegno no stop dei leoncelli, spremuti in febbraio da un tour de force senza precedenti. Ma, ormai, il passato è passato.
L’appetito vien mangiando, si sa, così come l’ambizione vien vincendo… E un epilogo (iperadrenalinico) di stagione regolare come quello vissuto contro il Fasano, nella domenica più pazza dell’anno, potrebbe spingere i guerrieri bitontini potenzialmente oltre ogni ostacolo, ogni limite, ogni timore. Facendo ritrovare agli uomini di Valeriano energie mentali e atletiche impensabili, sfuggenti a qualsiasi logica razionale, a calcoli, statistiche e pronostici.