LE INTERVISTE DEL CENTENARIO. PUNTATA 12

Ti ricordi… Vito Sgobba?

Dodici mesi, dodici uscite dedicate ai grandi protagonisti della storia calcistica neroverde, il più che meritato e doveroso tributo ad alcuni degli attori indimenticabili che hanno scaldato le domeniche pallonare dei bitontini nell’ultimo cinquantennio, facendoci esultare per un gol, una parata, una giocata in mezzo al campo, un intervento difensivo o semplicemente perché hanno indossato la Nostra maglia davvero con lo spirito dell’indomito Leoncello.

Come sei passato in fretta, 2021…
Si sta chiudendo questo indimenticabile (in tutti i sensi) anno pandemico #2, coincidente con il centesimo compleanno del Calcio bitontino, e con esso questa rubrica dedicata ad alcuni degli attori che hanno calcato il palcoscenico del Pallone cittadino nel primo secolo della sua emozionante storia. Un arco di tempo lungo e importante caratterizzato da gioie, dolori, speranze, delusioni, vittorie esaltanti e cadute dolorosissime.
Dopo portieri, difensori, centrocampisti, attaccanti, dirigenti e presidenti, non potevamo chiosare dimenticando il ruolo più ambito e allo stesso tempo più “balordo”: l’allenatore.
Come risaputo, Nicola Ragno si è aggiudicato la Panchina d’Oro del Secolo neroverde, tuttavia, in occasione del contest estivo che ha visto decine e decine di nomi battagliare virtualmente, sui Social e non, per meritare l’ingresso nella Top XI del Centenario. Tra questi, il prestigioso nome di Vito Sgobba, tecnico di Castellana Grotte con un’esperienza ultratrentennale sulle panchine di tutta Puglia. E “qualche Campionato vinto”, come ci ricorda con orgogliosa delicatezza lo stesso Vito…
Lo abbiamo intervistato per ricordare i bei tempi andati alla guida di un Bitonto, quello di inizio anni ’90, che nessuno in città ha mai dimenticato, per varie ragioni.
Curiosi? Allora continuate con la lettura di quest’ultima uscita de Le interviste del Centenario!

Mister, cosa ha rappresentato il Bitonto nella tua lunghissima carriera da allenatore?

“Bitonto ha rappresentato molto per me, perché era la mia prima esperienza nel campionato di Serie D (ai tempi chiamato Interregionale, ndr), per giunta in una piazza importante. Allenavo già da cinque anni quando arrivai a Bitonto, città e società che mi hanno dato la possibilità di conoscere persone speciali come il Presidente Nicola Vitale, Vincenzo Santoruvo, il DG poi Presidente Franco Bufano, Franco Massari, Simone Pietroforte ed altri uomini fondamentali per la mia crescita di Uomo, prima, e Allenatore, dopo”.

Ricordiamo ai più giovani che hai avuto l’onore e l’onere di guidare uno dei più forti e completi Bitonto della sua storia centenaria. A te il compito di elencare almeno i nomi più rappresentativi di una squadra che giocava un gran calcio agli albori degli anni ’90.

“Eravamo il Bitonto…una squadra forte con dei principi e dei valori importanti. Tutti sono stati imprescindibili a cominciare da capitan Cannone per finire ad uno dei più giovani, il talentuoso Massimo Pizzulli. Ho avuto l’onore di allenare gente come Sasanelli, Cascione, Totaro, Catucci, i fratelli Ciocca, il grande Cardinale, Coscia, Lattanzi. Veramente un gruppo eccezionale, indimenticabile”.

Chi è stato di questi il più difficile da gestire? Chi invece porti ancora con particolare affetto nel tuo cuore dopo 30 anni?

“Nel Calcio si è forti solo quando si è Squadra con la “S” maiuscola. Per questa premessa, ti dico che è stato facile gestirli tutti, perché prima di essere ottimi giocatori erano veri uomini, onesti e valorosi, sia chi giocava più spesso da titolare sia chi giocava meno. Nella bella foto che correda questa nostra chiacchierata manca proprio il giocatore al quale ero umanamente più affezionato, Nanuccio Naglieri, un fuoriclasse nello spogliatoio e in campo. Purtroppo per tutti noi e per i suoi cari è scomparso prematuramente, credimi, è stato un peccato averlo perso così presto. Troppo presto…”.

L’indimenticato Nanuccio Naglieri è sempre ricordato da tutti, compagni di squadra e tifosi neroverdi, anche per i tantissimi aneddoti simpatici legati alla sua persona, un autentico mattatore in quel gruppo. Ce ne racconteresti almeno uno?

“Al martedì, quindi alla ripresa degli allenamenti, facevo parlare tutti per analizzare la partita della domenica, cercando di capire tutti insieme le cose positive e quelle negative dell’ultima gara giocata. A Nanuccio davo sempre per ultimo la parola (volutamente) e lui mi rispondeva sempre alla stessa maniera, cioè: ‘Maestro, io voglio solo che tu stai bene…’. Risata generale e tutti insieme in campo ad allenarci: questa era la forza di quel grande Bitonto”.

Torniamo al presente, dopo questo impagabile inizio-amarcord. Da tecnico, come giudichi questi primi tre anni e mezzo del Bitonto tornato in Serie D dopo un decennio nelle categorie inferiori?

“Finalmente, dopo tanti anni di assenza per quel che concerne la Serie D, il Calcio a Bitonto è tornato a splendere di luce propria, nonostante un percorso impervio. Grazie alla Famiglia Rossiello, che ci ha messo Risorse, Cuore e Passione, adesso la ‘Città dell’Ulivo e dell’Olio’ è tornata ad essere una piazza sportiva credibile e pronta a spiccare il volo nel professionismo. Ve lo meritate senza alcun dubbio”.

D’altronde il caso ha voluto che da questa stagione sulla panchina neroverde ci sia un tuo giovane concittadino, Claudio De Luca. Vi conoscete personalmente? Cosa puoi dirci di lui quale allenatore e uomo che forse a Bitonto in pochi hanno già imparato a conoscere bene…

“Sono molto contento che ora alla guida tecnica della squadra ci sia un castellanese come me. Claudio è giovane, preparato e ambizioso. Lo conosco molto bene, qualche anno fa abbiamo anche lavorato insieme, ottenendo ottimi risultati nella nostra Castellana Grotte. È un ragazzo tranquillo, ha una bella famiglia e due figli meravigliosi. Abbiate fiducia in lui, è una bravissima persona e un allenatore di sicuro avvenire”.

Mister, tu hai allenato sia il Leoncello sia le Cicogne gialloblu. Nel lungo periodo (38 giornate…), rimarranno secondo te solo Bitonto e Cerignola a giocarsi nel girone H l’accesso diretto in Serie C, quest’anno? Oppure vedi altre squadre, a partire dal granitico Francavilla di Ragno e dalla sempre temibile Casertana, in grado di reggere una competizione così lunga e massacrante sotto ogni punto di vista?

“È ancora molto presto per fare pronostici. Sicuramente il Bitonto, insieme a Cerignola, Francavilla, Casertana e qualche sorpresa (vedi Fasano o Gravina), sono le favorite per il grande salto nel paradiso calcistico del professionismo”.

Chiudiamo con una promessa ai tifosi bitontini. Tornerai al “Città degli Ulivi”, in questa stagione, per spingere i ragazzi del concittadino-amico Claudio De Luca verso una delle tante vittorie che serviranno per centrare l’obiettivo “secolare” tanto atteso da tutto il mondo neroverde…?

“La promessa la faccio innanzitutto a me stesso: desidero tornare al “Città degli Ulivi”, in uno stadio e in una città che mi hanno dato l’opportunità di diventare un Allenatore ed un Uomo migliore. A presto, magari già in occasione del big match Bitonto – Francavilla!”.

Vito Sgobba, accompagnato da suo figlio e dai famigliari di mister Claudio De Luca, ha immediatamente mantenuto la promessa fatta “innanzitutto a se stesso”… Seduto sugli spalti coperti del “Città degli Ulivi” accanto a quella bandiera neroverde vivente chiamata Paolo Catucci, ha osservato attentamente, tifato ed esultato in occasione di Bitonto – Francavilla del 22 dicembre 2021. Risultato finale: 2 – 0. Una vittoria importantissima che è valsa l’aggancio alla vetta della classifica del girone H. Che altro dirti, Vito Sgobba, se non grazie per quanto dato alla causa del Leoncello in passato, da allenatore, e anche da tifoso-portafortuna, nel presente…